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sabato 11 aprile 2020

Bias di selezione e dati di mortalità

  Sul sito della rivista Epidemiologia e Prevenzione (https://repo.epiprev.it/) Corrado Magnani e Dario Gregori hanno inserito una brillante nota sui dati Istat rilasciati il primo Aprile. Vale la pena leggerla, premettendo una breve introduzione. Un bias (distorsione sistematica) di selezione si verifica quando in uno studio viene sovra o sotto rappresentato un sottogruppo della popolazione.
Ad esempio se voglio studiare l'efficacia di una terapia, i risultati del trattamento potrebbero essere più pronunciati nel gruppo dei più giovani e generalmente in condizioni di salute migliori, creando una risposta falsata se questi sono sovra rappresentati rispetto al paziente tipico. Detto questo riportiamo la nota sui dati di mortalità, osservando che questi dati sono però utilissimi per studi a livello comunale per i comuni inclusi.
<<Il 1′ aprile ISTAT ha dato la disponibilità dei dati di mortalità a livello comunale per il periodo 1 – 21 Marzo per 1.084 comuni, senza però fornire dettagli sul criterio di selezione. Abbiamo subito utilizzato questi dati, confidando che non vi fossero altri criteri di selezione oltre a quelli operativi richiesti per la disponibilità tempestiva dell’informazione.
Le informazioni a livello comunale sono state ampiamente usate, non solo da noi, per rispondere ad alcuni quesiti che riteniamo di estremo rilievo, in particolare per quanto riguarda la variazione della mortalità in eccesso rispetto a quanto attribuito ufficialmente all’epidemia, anche con proiezioni a livello regionale e nazionale. Nei 1084 comuni del campione dal 1 al 21 marzo 2020 si sono osservati 16.126 decessi mentre l’atteso sulla base della media 2015-2019 era di 7.843,4 morti. Da questo si rileva l’importanza di poter usare questi valori per stimare l’eccesso di mortalità a livello regionale e nazionale.
Nulla di tutto questo è fattibile correttamente poiché il campione è stato selezionato in modo distorto, con un chiaro bias di selezione.

Il documento tecnico di accompagnamento ai dati resi disponibili il 9 aprile 2020 relativi al periodo fino al 28 marzo (www.istat.it/it/files//2020/03/Il_punto_sui_decessi_9_aprile_2020.pdf), che non era stato diffuso in precedenza, riferisce a pag. 1 in nota i seguenti criteri di selezione: “Sono stati considerati i comuni con un numero di decessi che, nel periodo 1° gennaio – 28 marzo 2020, è risultato superiore o uguale a 10 unità e che nel mese di marzo del 2020 hanno presentato, rispetto alla corrispondente media del quinquennio 2015 – 2019, un incremento della mortalità pari ad almeno il 20%”.

Qualsiasi studente di epidemiologia rileva selezionare i soli comuni che “… hanno presentato … un incremento della mortalità pari ad almeno il 20%” costituisce un grave errore, che introduce una distorsione di selezione. La conseguenza è di sovrastimare l’eccesso di mortalità, in un modo non quantificabile. Diventano quindi impossibili corrette analisi dei dati e corrette conclusioni, in particolare qualora si voglia valutare l’impatto complessivo di questo periodo sulla mortalità.

Sarebbe opportuno che ISTAT rilasciasse una nuova e completa versione dei dati senza criteri di selezione inopportuni.>>

Autori della nota:
Corrado Magnani - Unità di Statistica Medica ed Epidemiologia dei Tumori , Dipartimento di Medicina Traslazionale, Università del Piemonte Orientale, Novara
Dario Gregori -  Unità di Biostatistica, Epidemiologia e Sanità Pubblica, Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica, Università di Padova,

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